L’olio di oliva non teme rivali dal punto di vista dell’ecologia alimentare: “Un olio di oliva serio si ottiene semplicemente con una spremitura a freddo, perché l’oliva è l’unico frutto in natura dotato di camera oleifera: basta spremere e si ottiene olio”, spiega il nutrizionista Ciro Vestita.Diverso il procedimento per molti oli di semi. Se spremo, ad esempio, la soia otterrò una poltiglia; per estrarre da questa l’olio devo poi usare un idrocarburo chiamato esano, il che ovviamente è diverso. Inoltre, una volta ottenuto con premitura meccanica a freddo, il vero olio di oliva non deve subire processi di decolorazione, rettificazione o riscaldamento, cosa invece frequente negli oli di semi”.

Una questione di etichetta

Le proprietà nutrizionali e terapeutiche dell’olio di oliva, però, si trovano solo in quello di buona qualità. Se, tornando ai dati Ixè, la propensione all’acquisto è buona (75%) e la maggioranza assoluta dei consumatori dichiara che per acquistare un olio extravergine non bada/baderebbe al prezzo per avere la massima qualità, non sempre è facile orientarsi nella scelta. La prima regola è affidarsi all’etichetta, ma solo il 60% dei consumatori europei la segue abitualmente. Di più: le indicazioni sono spesso percepite come difficili da capire, quando non fuorvianti. Esplicativa, con riferimento al problema dell’Italian sounding, è l’ampia quota (59%) dei consumatori europei che dichiara la convinzione di acquistare un prodotto di origine italiana, se un’etichetta riporta un nome/marchio italiano. E, per valutare quanto la difficile lettura dell’etichetta possa incidere sulla reputation dell’olio, il 99% dei consumatori considera come una frode il caso di extravergine d’oliva di marca italiana fatto con olive non italiane.

Scarica il Comunicato Stampa