LA COLTIVAZIONE
L’olivo, una pianta sempreverde, viene coltivato in Italia da secoli, sia per i suoi aspetti produttivi che per quelli paesaggistici, in 72 province italiane su 107. Con oltre un milione di ettari di terreno a coltivazione e più di 500 cultivar autoctoni, l’Italia si classifica tra i primi paesi dell’olio al mondo. In questo paese le favorevoli condizioni metereologiche e i terreni, non eccessivamente compatti, drenati e privi di ristagni, creano l’ambiente ideale per la crescita di questo albero.
Nel passato gli oliveti avevano una bassa densità, superando raramente i 200 alberi a ettaro. Nei moderni uliveti invece la densità è compresa tra i 300 e i 600 alberi a ettaro. In questi ultimi anni si stanno sviluppando, però, anche uliveti con circa 1000 alberi a ettaro, che favoriscono la raccolta intensiva a ciclo continuo.
La potatura degli olivi è una pratica particolarmente costosa e che deve tenere conto della biologia dell’albero: solitamente avviene tra la fine dell’inverno e la primavera, e aumenta con l’età dell’albero. Una potatura troppo intensiva di alberi giovani influisce negativamente sulla crescita di nuovi rami, aumentando il periodo improduttivo dell’albero; al contrario per gli alberi più vecchi o deperiti è necessaria una potatura severa per stimolare il rinnovo dei rami da frutto.